The great cold


Sette amici, vecchi compagni d'università, si ritrovano dopo anni dall'ultimo incontro per presenziare al funerale di uno del loro gruppo.
Decidono di passare il week-end insieme per ricordare i "bei vecchi tempi" e capire che ne è stato della loro verve contestatrice, tra guerre e compromessi, tra matrimoni e suicidi.
Fantastico film di Lawrence Kasdan, "Il grande freddo" è diventato un genere cinematografico a sé.
Certo non mancavano esempi di intrecci simili, nel cinema del periodo, ma questo ne è l'esempio più fulgido, veramente ben riuscito.
La grande capacità del film è quella di presentare un gruppo di personaggi sopravvissuti agli anni '60 che sta cercando di capire cosa sia davvero successo nei primi trent'anni (e spiccioli) delle loro vite, senza diventare pedante e rendendo personaggi e situazioni comprensibili anche a chi gli anni '60 li ha visti solo al cinema.
La sceneggiatura è brillante e ritmata, con tantissimi dialoghi memorabili e alcune scene estremamente ben costruite. Mette in scena dei personaggi vividi ancorché tipizzati, e soprattutto molto diversi l'uno dagli altri - cosa meno scontata di quello che può sembrare.
Ad alcuni, il film può sembrare un esercizio di stile - ottimamente riuscito ma pur sempre uno sterile esercizio di stile.
In realtà, si tratta di un magnifico affresco che non vuol far morale ma semplicemente mostrare la strada percorsa da una generazione, che non vuole suggerirci risposte ma solo ricordarci le domande.

La morale è:
Perchè ci sia qualcosa che si trova ci deve essere sempre qualcosa che si perde.

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